Vangelo in briciole
8 gennaio 2023

BATTESIMO DEL SIGNORE

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Con questa festa la Chiesa conclude il tempo natalizio. Siamo davanti ad una scena che, in un certo senso, anticipa la morte del Signore. Gesù entra e si immerge nelle acque melmose del Giordano, simbolicamente gravide del peccato dell’umanità. Entra come tutti i peccatori che ascoltano il messaggio di Giovanni Battista, consapevoli di avere una coscienza lontana da Dio; consapevoli della loro situazione, ma desiderosi della novità che Gesù porta all’umanità. Questa novità si manifesterà in pienezza sulla croce: in quell’ abbraccio benedicente e sanante, accompagnato dall’intercessione accorata: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,33-34). Gesù entra nelle acque, pregne delle miserie dell’uomo, e le fa sue. Entra facendosi quasi peccatore. Sembra un paradosso, ma è la verità di Dio su di noi e sulle nostre miserie. Si può dire che l’Incarnazione di Dio si fa dura esperienza umana proprio nella condivisione della condizione di fragilità, qual è il peccato. Il battesimo nel Giordano significa lo sposalizio del figlio di Dio con l’umanità fragile, peccatrice, autarchica e triste. Entra in quella dimensione adamitica che ha causato l’allontanamento da Dio: la disobbedienza, per portare la persona alla vita di Dio che è obbedienza filiale. Entrare nella nostra realtà di peccato, prenderla su di sé è l’inizio del grande progetto: riportare l’uomo al suo Dio e Padre e questo avverrà in pienezza sulla croce. Gesù si rende solidale con i peccatori; in un certo senso si fa peccato per noi e per tutti per ridarci la bella dignità di figli di Dio che avrà il suo culmine nella sua morte e risurrezione. Siamo stati battezzati e nell’acqua scaturita dal costato di Cristo trafitto sulla croce, in quel dono d’amore che riconcilia l’umanità con Dio e con tutto il creato. Sì, perché il Battesimo che la Chiesa ci ha offerto, ha in sé tutta l’energia del dono d’amore di Cristo per noi e per tutti. Battezzati, siamo stati generati ad una vita che ripercorre la sua, è espressione di una nuzialità che avrà il suo compimento nel Cielo e che nel tempo della storia ci porta a vivere la progettualità del Signore nella gioia e nel dolore; nella salute e nella malattia, con Lui immersi, con Lui riemersi figli della luce.

 Don Pierino